Disturbi del Comportamento

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I disturbi del comportamento in età evolutiva hanno cause diverse, ma sono accomunati dalla caratteristica da parte degli adulti (genitori, nonni, insegnanti) di provare molta fatica nella gestione quotidiana del bambino o dell’adolescente. Qui di seguito conosceremo nel dettaglio i disturbi del comportamento più comuni.

ADHD – Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività

Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività – Impulsività (ADHD) interessa circa il 5% dei bambini e il 2,5% degli adulti.

Generalmente è difficile rilevare i sintomi dell’ADHD prima dei 4 anni, di solito cominciano a essere maggiormente evidenti in età scolare.

L’ADHD si manifesta con difficoltà a mantenere l’attenzione su un compito per periodi di tempo prolungati, ma anche per brevi periodi; difficoltà a organizzare i propri materiali e il proprio lavoro; mancanza di perseveranza.

Questi comportamenti non sono causati da difficoltà di comprensione o da un atteggiamento di sfida.

 

Le caratteristiche del disturbo di attenzione e iperattività

L’iperattività si manifesta con eccessiva attività motoria (come un bambino che non sta mai fermo) in situazioni in cui non è appropriata, un eccessivo dimenarsi o loquacità; difficoltà a stare seduti e a giocare tranquillamente.

L’impulsività si manifesta con azioni e comportamenti frettolosi, senza che prima siano stati progettati; questi comportamenti possono rappresentare un potenziale danno per la persona. Comportamenti impulsivi possono manifestarsi come invadenza sociale e con decisioni affrettate, senza che siano state ponderate le conseguenze.

L’ADHD ha inizio nell’infanzia e per poter essere diagnosticato deve diminuire la qualità della vita della persona in più di un contesto, per esempio casa e scuola, o lavoro, amicizie.

 

Come si manifesta il disturbo di attenzione e iperattività?

Il disturbo può manifestarsi con livelli di gravità differenti fra le persone, ma anche nei diversi contesti di vita di una persona; ad esempio quando un bambino è seguito in un rapporto 1:1, quando è impegnato in attività interessanti o si trova in situazioni nuove, i sintomi dell’Adhd sono minori.

L’ADHD può manifestarsi in associazione a lievi ritardi del linguaggio, dello sviluppo motorio o sociale, con un Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Anche in assenza di quest’ultimo può comportare difficoltà di apprendimento o lavorative.

Il disturbo è abbastanza invalidante durante gli anni della scuola elementare; in questo periodo le difficoltà di attenzione sono maggiormente evidenti. Durante l’adolescenza è relativamente stabile, sebbene alcuni adolescenti possano avere un decorso peggiore con la comparsa di comportamenti antisociali. I sintomi dell’iperattività si riducono nel corso dell’adolescenza e dell’età adulta; permane a volte un senso di irrequietezza, disattenzione, impulsività e scarsa pianificazione.

 

 

Il Disturbo Esplosivo Intermittente

Il Disturbo Esplosivo Intermittente si caratterizza per la presenza di esplosioni di aggressività impulsive, cioè che il bambino non riesce a controllare. Le aggressioni possono essere verbali o fisiche (l’aggressione fisica non comporta la distruzione o il danneggiamento di proprietà e non provoca lesioni a persone o animali).

Le aggressioni si verificano in media 2 volte a settimana e sono presenti da almeno 3 mesi.

Queste aggressioni si verificano in risposta a provocazioni di scarsa entità da parte di un familiare o di un amico stretto e hanno una durata inferiore ai 30 minuti.

Alcuni bambini possono presentare al posto degli attacchi verbali o fisici meno gravi, episodi più gravi con distruzione di proprietà o lesioni ad altri, ma queste si presentano raramente.

 

Quali sono le caratteristiche del disturbo esplosivo intermittente?

Indipendentemente dal livello di gravità degli attacchi aggressivi, la caratteristica principale del disturbo esplosivo intermittente è l’incapacità, da parte del bambino, di controllare un comportamento aggressivo impulsivo in risposta a ciò che viene vissuto come una provocazione, che normalmente non scatenerebbe una un’esplosione di aggressività.

Questo disturbo può essere diagnosticato a partire dai 6 anni di età; è più diffuso fra gli individui più giovani, fino a circa 35/40 anni, e, generalmente, le persone con una scolarità che arriva al massimo alla scuola superiore. Il disturbo interessa circa il 2,7% della popolazione.

 

Qual è lo sviluppo e qual è il decorso del disturbo?

Questo disturbo si presenta generalmente a partire dalla tarda infanzia o in adolescenza, raramente dopo i 40 anni.

Le caratteristiche del disturbo sono persistenti e si protraggono per molti anni. Il decorso della malattia può essere episodico, ovvero presentarsi in certi periodi ed essere latente in altri.

Tra i fattori ambientali che possono aumentare la probabilità di sviluppare il disturbo si registra una storia di traumi fisici ed emotivi durante i primi due decenni di vita.

Fra i fattori genetici e fisiologici è stato rilevato che i parenti di primo grado di una persona con disturbo esplosivo intermittente, presentano un rischio maggiore di sviluppare tale disturbo.

A livello neurobiologico si registrano anomalie serotoninergiche, a livello globale e nel cervello, in particolare nelle aree del sistema limbico (cingolo anteriore) e nella corteccia orbitofrontale.

Spesso una delle conseguenze per le persone che presentano questo disturbo è l’insorgenza di difficoltà sociali (perdita di amici, parenti, instabilità coniugale), lavorative (perdita del posto di lavoro), finanziarie (a causa del valore degli oggetti distrutti) e legali (ad esempio cause civili come conseguenza ai comportamenti aggressivi contro le persone e la proprietà altrui; denunce penali per aggressioni fisiche).

Questo disturbo può presentarsi in concomitanza con i Disturbi Depressivi, i Disturbi d’Ansia e da uso di sostanze.

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Disturbo Oppositivo Provocatorio

La caratteristica principale del Disturbo Oppositivo Provocatorio è la presenza, frequente e persistente, di umore collerico o irritabile e di comportamento polemico/provocatorio o vendicativo.

Con comportamento collerico/irritabile si intende che il bambino è spesso in collera, permaloso o facilmente contrariato, adirato e risentito.

Con comportamento polemico/provocatorio, invece ci si riferisce al fatto che il bambino litiga spesso con figure che rappresentano l’autorità (genitori, insegnanti, altri adulti).

Spesso sfida gli adulti o rifiuta di rispettare le richieste che provengono da essi. Spesso irrita volontariamente gli altri. Spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio cattivo comportamento.

Per vendicatività si intende che il bambino è dispettoso o vendicativo, sebbene questi comportamenti si presentino con minore frequenza.

 

Come si manifesta il disturbo oppositivo provocatorio?

I sintomi del disturbo possono presentarsi in un solo ambiente, di solito a casa, tuttavia, nei casi più gravi, i sintomi del disturbo si presentano in più ambienti.

Poiché i sintomi del disturbo sono comuni fra fratelli (che spesso litigano fra loro) è necessario fare attenzione a tali sintomi quando si presentano con persone diverse dai fratelli.

Il Disturbo Oppositivo Provocatorio può presentarsi in associazione con il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività o con il Disturbo della Condotta.

Il disturbo si presenta mediamente nel 3,3% della popolazione. Prima dell’adolescenza si presenta con una percentuale leggermente maggiore nei maschi rispetto alle femmine. Durante l’adolescenza si presenta in uguale percentuale.

 

Quali sono lo sviluppo e il decorso del disturbo oppositivo provocatorio?

I primi sintomi del disturbo appaiono di solito durante l’età prescolare, raramente oltre la prima adolescenza. Spesso questo disturbo precede lo sviluppo del disturbo della condotta. Al disturbo oppositivo provocatorio può essere associato il rischio di sviluppare Disturbi d’Ansia e il Disturbo Depressivo Maggiore.

I bambini e gli adolescenti con questo disturbo sono a maggior rischio di sviluppare, da adulti, problemi di adattamento tra cui: comportamento antisociale, problemi di controllo degli impulsi, abuso di sostanze, ansia e depressione.

I fattori che possono aumentare la probabilità che il disturbo si sviluppi sono i seguenti:

  •  Fattori temperamentali legati a difficoltà nella regolazione delle emozioni (es., alti livelli di reattività emozionale, scarsa tolleranza alla frustrazione).

 

  • Fattori ambientali, ovvero pratiche educative rigide, incoerenti o negligenti da parte dei genitori.

 

  • Fattori genetici e fisiologici: alcuni segni neurobiologici (es., bassa frequenza cardiaca, anomalie nella corteccia prefrontale e nell’amigdala, ecc.) sono state associate sia al disturbo oppositivo provocatorio, sia al disturbo della condotta, pertanto non è chiaro se essi siano specifici per il disturbo oppositivo provocatorio.

 

I bambini e gli adolescenti con questo disturbo possono sperimentare frequenti conflitti con i genitori, gli insegnanti, i coetanei e i propri partner. Questi problemi spesso causano un disadattamento emotivo, sociale, scolastico e lavorativo per la persona.