La motivazione scolastica

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Oggi inizio il primo di una serie di articoli che comporranno una piccola guida per comprendere meglio la motivazione scolastica, il modo in cui influenza l’apprendimento e i modi attraverso cui promuoverla e accrescerla.

 

Che cosa è la motivazione scolastica?

La motivazione viene intesa generalmente come una spinta a fare, come la voglia che ci permette di impegnarci in qualche attività. La spinta è la componente energetica, ovvero l’attivazione di qualche comportamento che una persona attua al fine di raggiungere uno scopo ritenuto importante.

Una seconda componente della motivazione, meno intuibile, è la direzione, il fatto cioè che il comportamento è orientato a uno scopo. La direzione viene mantenuta e corretta nel tempo, attraverso l’uso delle risorse di cui l’individuo dispone.

Ad esempio, uno studente potrebbe impegnarsi (attivarsi) nello studio per diversi motivi (scopi). Ad esempio, fare una bella figura con gli insegnanti o i genitori, i compagni, oppure per evitare una brutta figura o, ancora, per apprendere una materia che veramente gli piace e per accrescere le proprie conoscenze e competenze.

 

Quali sono le risorse a disposizione dello studente?

Le risorse che uno studente possiede per affrontare efficacemente gli impegni scolastici non sono di tipo materiale. Piuttosto si riferiscono alle varie modalità (strategie di studio, monitoraggio e auto-osservazione delle strategie impiegate e del proprio impegno, regolazione delle emozioni) che lui o lei utilizzano per pianificare, organizzare e controllare il proprio comportamento diretto al raggiungimento di uno scopo (nel nostro caso al successo scolastico), ovvero ai modi per auto-regolarsi.

La motivazione, come è facilmente intuibile, non è unidimensionale, non è qualcosa che c’è o (peggio) non c’è, al contrario (come vedremo meglio nel prossimo articolo) è un costrutto complesso (e pertanto è difficile, ma pur sempre possibile, accrescerla). Essa può variare da persona a persona, da un’attività all’altra e nel tempo.

 

Motivazione non è sinonimo di volontà

Agli studenti, pertanto, non basta solo attivarsi (ad esempio decidere di studiare una materia), essi devono anche porsi un obiettivo (ad esempio voler prendere un buon voto a un’interrogazione), valutare la propria capacità e preparazione, le risorse di cui dispongono per affrontare le difficoltà nello studio; devono essere capaci di gestire nel tempo il proprio apprendimento, modificando il contesto di studio, le strategie e i metodi utilizzati quando risultano inefficaci e, cosa importante, imporsi un notevole sforzo di volontà.